Negli ultimi 18 mesi, il mercato immobiliare italiano è cresciuto in maniera importante, alimentato dalla domanda di miglioramento della condizione abitativa e da una spinta verso localizzazioni esterne al centro città.
Il 2021 ha registrato una crescita superiore rispetto quelle che erano le aspettative, con un PIL del 6,6%, mentre il 2022 è partito a rilento, con una certa tensione sui prezzi dei prodotti energetici e beni intermedi. Tuttavia, lasciava ancora presagire uno scenario espansivo, che invece è stato modificato dalle questioni geopolitiche dell’ultimo mese.
Tra gli esperti del settore Real Estate, l’apprensione è che questa situazione possa riflettersi sul clima di fiducia delle imprese e delle famiglie: il ridimensionamento è atteso, anche se è troppo presto per riuscire a quantificarlo. La reazione che ci sia aspetta è quella di un temporaneo attendismo, anche da parte degli istituti bancari, che potrebbero diventare sempre più selettivi.
Se quindi da una parte è lecito aspettarsi una flessione del settore immobiliare, soprattutto rispetto ai dati dello scorso anno, dall’altra le intenzioni di acquisto restano alte come ha sostenuto Luca Dondi dall’Orologio, Amministratore Delegato di Nomisma, durante la presentazione del Primo Rapporto sul Mercato Immobiliare 2022. Ne sono la riprova il +34% delle compravendite rispetto il 2020 e la risalita dei prezzi anche nelle città intermedie, del +1,2% su base annua per le abitazioni usate e +1,7% per quelle nuove; mentre Milano guida con un aumento del +4%.