E’ un modulo di 25 metri quadri, il primo al mondo costruito seguendo entrambi i protocolli di certificazione degli standard di edificio passivo più avanzati Passivhaus e Minergie-P sulla dispersione energetica. E’ provvisto di tutti i servizi per vivere, anche in condizioni ambientali estreme. E’ autonomo e non richiede alcun ricorso a una rete di energia esterna. Si chiama Biosphera 2.0, la casa del futuro ad energia zero.
Costruita in legno certificato secondo i criteri di massima sostenibilità imposti dal PEFC, il Pan-european Forest Certification Council, l’abitazione è completata da arredi realizzati con materie prime e lavorazioni dell’artigianato valdostano di tradizione, illuminazione a led e cucina a induzione. Il modulo è stato installato a Courmayeur e nei prossimi 12 mesi farà tappa anche ad Aosta, Milano, Rimini, Torino e Lugano. Sarà abitato da 24 persone a rotazione e il progetto internazionale di ricerca e sviluppo monitorerà per un anno intero i dati ambientali e energetici dell’edificio e i parametri fisiologici degli abitanti in situazioni ambientali molto differenti con lo scopo di definire scientificamente il livello di benessere psicofisico degli inquilini.
I test prevedono la resistenza ai -20 gradi ai piedi del Monte Bianco in inverno e ai +40 gradi sulla Riviera Adriatica in estate, ma anche prove urbane sull’inquinamento in metropoli come Milano e Torino. L’aspetto più innovativo è la cura della biofilia, ovvero il rapporto tra uomo e contesto esterno. Durante tutti i 12 mesi della sperimentazione verranno raccolti i dati di oltre 20 parametri relativi all’involucro edilizio e alla fisiologia umana: dalla temperatura alla qualità dell’aria, dai campi elettromagnetici alle polveri sottili, dalla frequenza cardiaca allo stato emotivo degli abitanti. Il modulo dovrà comunque garantire, anche in condizioni ambientali estreme, in modo autonomo e senza ricorrere ad una rete di energia esterna, una temperatura dell’aria compresa tra i 21 gradi in inverno e i 25 in estate. In caso la temperatura si abbassasse troppo è possibile usare il corpo umano per uno scambio di energia e alzare il termometro di due gradi con un’ora di cyclette.
Biosphera 2.0 è stata realizzata da Aktivhaus, con il supporto del Politecnico di Torino e dall’Università della Valle d’Aosta. In tutto ci hanno lavorato circa 30 ricercatori, tra architetti, biologi, studiosi di termoidraulica e di energia. Il budget investito è di circa 250 mila euro.