Bonus Casa, cosa cambia nel 2025

Restano anche nel 2025 i Bonus Casa, ma con alcune revisioni. Il disegno di legge di Bilancio, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre, indica un cambio di perimetro delle agevolazioni. In generale, come si vedrà più nel dettaglio nei prossimi paragrafi, i Bonus Casa subiranno complessivamente una stretta e rientreranno nel nuovo tetto per le spese detraibili, modulato sul reddito e sul numero di figli, sulla base dei principi del quoziente familiare.

Il quadro generale

Il ridimensionamento delle agevolazioni parte da quella più usata: il Bonus per manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia degli immobili residenziali. In sostanza, è il Bonus che riguarda l’ampia parte dei lavori di ristrutturazione, perché include, per esempio, il rifacimento di bagni, la realizzazione di un nuovo impianto elettrico, la demolizione e costruzione di pareti interne. Se finora per le spese effettuate per questi lavori era sempre possibile usufruire di una detrazione del 50%, in futuro diventerà decisiva la qualificazione dell’immobile che è ristrutturato. Infatti, come spiegato dal Ministero dell’Economia, il Bonus Ristrutturazioni resterà al 50% solo per le abitazioni principali, mentre per gli altri immobili lo sconto fiscale base scenderà al 36% a partire dal primo gennaio 2025.

Cosa cambia per le ristrutturazioni

Più nel dettaglio, per le riqualificazioni della prima casa continuerà con lo sconto fiscale al 50% con un tetto di spesa da 96.000 euro: in pratica l’assetto attuale, con un costo stimato pari a circa 600 milioni di euro. Le seconde case, invece, subiranno il ritorno al vecchio 36%, con tetto di spesa a 48.000 euro. Un’aliquota che, a partire dal 2028 e fino al 2033, potrebbe addirittura scendere ancora: al momento è programmato un calo ulteriore dal 36% al 30%, deciso dal Governo. Comunque, guardano a un orizzonte temporale più vicino, il principale dubbio degli esperti è che un ritorno dello sconto al 36% possa incoraggiare in qualche modo il lavoro sommerso, mentre, storicamente, l’agevolazione al 50% ha avuto il merito di scoraggiare le irregolarità, rendendole poco competitive.

Chi può sfruttare il Bonus?

Possono usufruirne tutti coloro che avviano lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, oppure lavori di manutenzione ordinaria per le parti comuni di edifici residenziali. Si può richiedere la detrazione per le opere di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti o fabbricati. Lo sconto dall’imposta vale anche in caso di interventi realizzati sul box auto o il garage oppure sulla ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza.

Prorogato il Bonus Mobili

Mentre il Ddl di Bilancio prosegue il suo iter in Parlamento, dalla revisione degli sconti fiscali per le abitazioni è emerso anche che sarà prorogato il Bonus Mobili per l’acquisto di arredi e di grandi elettrodomestici. Sarà confermato lo sconto al 50%, che attualmente ha un tetto di spesa da 5.000 euro (ridotto negli anni, nel 2022 era di 10.000 euro e nel 2023 di 8.000 euro). La proroga del Bonus Mobili sarà lineare, ovvero la struttura dello sconto non sarà modificata rispetto all’assetto attuale, diversamente da quanto accadrà per il Bonus Ristrutturazioni (finora i due sconti avevano avuto la stessa aliquota). Questo significa in particolare che, sulle ristrutturazioni di seconde case, ci sarà un doppio binario, ossia lo sconto del 36% sui lavori e del 50% sull’acquisto di arredi ed elettrodomestici.

Come si richiedono i Bonus?

Con l’eliminazione della cessione del credito e dello sconto in fattura, per richiederlo si può procedere soltanto con la detrazione Irpef. L’agevolazione viene distribuita in dieci quote annuali di pari importo. Il rimborso avviene tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi (il 730 precompilato o il modello Redditi Persone Fisiche). Per quanto riguarda il Bonus Mobili, è bene sottolineare che è riconosciuto solo in caso di pagamenti tracciabili, quindi restano escluse modalità di pagamento come contanti o assegni.

Occhio alle spese detraibili

In base a quanto previsto dalla Manovra, anche i Bonus Casa rientreranno nel nuovo plafond per le spese detraibili. Quindi, le aliquote di agevolazione potenziale, alla prova dei fatti potrebbero non essere utilizzabili in pieno. Dal 2025 il massimale di spese detraibili sarà influenzato dal numero di figli e dal livello di reddito, secondo una logica di quoziente familiare. Questo, però, non porterà un effetto retroattivo. Nei tetti di detrazioni (8% per i redditi fino a 50mila euro, 6% per i redditi da 50.000 a 100.000 euro, 4% oltre i 100.000 euro) non ricadranno rate di spese effettuate in passato. Un elemento vitale per chi, ad esempio, ha fatto lavori di Superbonus: non si vedrà il plafond drenato da quelle spese. Va detto che c’è tempo fino a fine anno per utilizzare il quadro di Bonus Casa in vigore per il 2024, che prevede, tra le altre cose, il 50% anche per i lavori sulle seconde case, oltre che sconti in scadenza, come il Sismabonus o l’Ecobonus (compreso quello sulle caldaie a condensazione). Per tutte queste detrazioni vale il principio di cassa: fuori dalle definizioni tecniche, valgono i bonifici fatti entro fine anno.

 

 

I contenuti del presente articolo redatti e predisposti da UniCredit SubitoCasa in collaborazione Il SOLE24ORE – Radiocor fanno riferimento alla situazione dei mercati immobiliari al momento della redazione dello stesso e pertanto potrebbero subire modifiche in relazione al mutamento dei mercati immobiliari. Qualsiasi informazione in esso contenuta ha uno scopo esclusivamente illustrativo/informativo e non è da considerarsi indicatore affidabile di andamenti futuri.

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