Casa passiva, primi esempi in Italia

La casa passiva, o passivhaus come dicono i tedeschi, è un’abitazione che copre la maggior parte del suo fabbisogno termico ricorrendo a dispositivi passivi. Niente caldaia o termosifoni in inverno, quindi, ma energia geotermica, pannelli fotovoltaici, irraggiamento solare trasmesso dalle finestre e calore generato dagli elettrodomestici o dagli abitanti stessi della casa. Per ottenere questo risultato, gli architetti adoperano, oltre a un perfetto isolamento, impianti di ventilazione e masse di accumulo tramite materiali con elevata capacità termica come pietra, legno e argilla. Le case passive sono nate in Svezia alla fine degli anni ‘70 e si sono diffuse soprattutto nei paesi del Nord Europa. In Italia sono arrivate nei primi anni 2000 in Trentino Alto Adige, ma oggi le troviamo su tutto il territorio nazionale.

In provincia di Pisa, a San Prospero, per esempio, è stata realizzata nel 2015 la prima casa passiva a due piani in calce e canapa. La canapa infatti è uno dei materiali da costruzione più ecosostenibili in grado di immagazzinare molta più anidride carbonica di quella emessa in atmosfera per produrre il biocomposto derivato, avvicinandosi ai 60kg di CO2 sottratti all’ambiente per ogni metro cubo. La struttura portante è in legno mentre i muri di tamponamento in canapa e calce, spessi 36 centimetri, isolano perfettamente la copertura.

Quanto si risparmia? Per una villetta su due piani di 600 metri quadri di superficie complessiva si è calcolato una spesa di soli 100 euro all’anno. In generale si può dire che una casa passiva ha bisogno di circa 1,5 litri di carburante al metro quadro contro il 12 di una casa tradizionale. Un taglio del 90%.

A Cesena, nel 2012, è stato realizzato il primo progetto pilota di condominio passivo. Ricavato dalla demolizione di un edificio del 1955, è tutto costruito in legno e la coibentazione, l’orientamento rispetto al sole e ai venti, le finestre con i tripli vetri, fanno sì che la casa sia protetta da un guscio termico facile da riscaldare con la sola energia solare e il ricircolo delle correnti d’aria interne. Il risultato? Consumi vicini allo zero e niente inquinamento.

Scaldare la casa senza danneggiare l’ambiente è più facile che raffrescarla. Ecco perché il progetto della casa passiva costruita in Umbria nel 2010 è particolarmente interessante. La trovata degli architetti sta in un impianto di ventilazione meccanica controllata che preleva l’aria dall’esterno e la porta a due metri di profondità sottoterra dove avviene lo scambio di calore con il terreno. Dopo il trattamento geotermico il flusso viene immesso nell’abitazione, dove un sensore controlla che la temperatura oscilli tutto l’anno tra i 20 e i 23 gradi.

 

27 gennaio 2016

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