Intraprendere un percorso per arrivare a concludere la compravendita di un immobile, oltre a essere una scelta personale molto importante, potrebbe talvolta generare spaesamento. Pensiamo per un attimo a tutta la documentazione necessaria per vendere casa: quali documenti occorrono? Come entrarne in possesso?
Ne abbiamo già parlato in una nostra guida dedicata al tema, ma oggi vogliamo approfondire un aspetto in particolare: i certificati di conformità degli impianti. Di che cosa si tratta? Sono, in sostanza, documenti che attestano la conformità dell’impianto elettrico, idraulico e degli altri impianti presenti nell’abitazione rispetto a quanto stabilito dalla legge. I dubbi a riguardo sono del tutto naturali, poiché potremmo averli smarriti col tempo o non averli mai ricevuti dal precedente proprietario. Vediamo, quindi, quali sono e come fare per reperirli.
Cos’è e a cosa serve la Dichiarazione di Conformità degli impianti
Qualsiasi impianto all’interno di un immobile deve essere costruito rispettando la normativa espressa nel DM 37/08. Il Decreto Ministeriale, entrato in vigore nel 2008, definisce le specifiche sulla realizzazione degli impianti a regola d’arte, che fino a quel momento erano invece regolate dalla legge 46/90, che per ben 18 anni ha fissato i requisiti nel settore degli impianti interni degli edifici.
La Dichiarazione di Conformità (anche detta DiCo) serve proprio a certificare la realizzazione di un impianto a regola d’arte, secondo quanto dettato dalla normativa vigente. La società che ha eseguito l’installazione dell’impianto si occuperà di redigere il documento da consegnare al committente: con in mano questa certificazione, il proprietario avrà la certezza che l’impianto rispetti gli standard di qualità e sicurezza previsti dalla legge.
L’impresa coinvolta nei lavori deve essere iscritta al registro delle imprese o all’albo artigiani, ma soprattutto deve avere al suo interno delle figure con specifici requisiti tecnico-professionali.
Dichiarazione di conformità: per quali impianti è richiesta?
Nell’articolo 1 del DM 37/08 troviamo indicati gli impianti per i quali è necessario rilasciare una certificazione di conformità, indipendentemente dalla destinazione d’uso dell’immobile. Questi sono:
- Tutti gli impianti di produzione, trasporto o distribuzione di energia elettrica
- Gli impianti radiotelevisivi e quelli elettronici in generale
- Impianti di riscaldamento, condizionamento, climatizzazione e ventilazione
- Gli impianti idrici e sanitari
- Tutti gli impianti per la distribuzione e l’utilizzo del gas
- Impianti di sollevamento quali ascensori, scale mobili e montacarichi
- Gli impianti antincendio
Cosa fare se non si è in possesso della DiCo
La Dichiarazione di Conformità degli impianti deve essere rilasciata ogni qual volta si installi un nuovo impianto. Non solo: è necessaria anche in caso di manutenzione straordinaria, modifica o ampliamento di un impianto già esistente. L’unico caso per cui non è obbligatoria è quello della manutenzione ordinaria. Ma cosa accade se non si è in possesso della Dichiarazione di Conformità o quando non la si riesce più a reperire? I casi sono tre e dipendono dall’anno di realizzazione dell’impianto.
- Se l’impianto risale a prima del 1990, la Dichiarazione di Conformità in estrema sintesi, non è necessaria, in quanto la legge 46/90 stabiliva l’obbligo di adeguamento degli impianti – anche se per gli impianti diversi da quelli elettrici non esistevano criteri univoci per essere considerati adeguati – , che in tal caso doveva essere certificata con una Dichiarazione di conformità, ma chi invece all’entrata in vigore della legge aveva già un impianto considerato a norma, non doveva disporre di alcuna documentazione a riguardo.
- Se la data di realizzazione dell’impianto è compresa tra il 1990 e il 2008, è possibile richiedere una Dichiarazione di Rispondenza. La DiRi sostituisce la DiCo nei casi in cui il certificato originale risulta irreperibile o smarrita dal proprietario dell’immobile o dall’installatore dell’impianto.
- Per gli impianti realizzati dopo il 2008 non è possibile redigere una Dichiarazione di Rispondenza, come visto nel caso precedente, ma sarà necessario reperire la certificazione originale oppure, se sono necessarie delle modifiche all’impianto, bisognerà realizzare una nuova Dichiarazione di Conformità. Come reperire quindi la dichiarazione di conformità originale in caso di smarrimento? Ci si può rivolgere all’impresa che l’ha rilasciata in origine, oppure si può provare a richiedere una copia allo Sportello unico per l’edilizia del comune in cui è situato l’impianto in questione: dovrebbe infatti essere stata qui depositata una copia della certificazione al momento della redazione.
Si può vendere casa in assenza della certificazione di conformità degli impianti?
Oggi, al momento del rogito, il venditore non è obbligato a dichiarare la conformità (o mancata conformità) degli impianti dell’immobile oggetto della compravendita, anche se, per evitare contestazioni future da parte dell’acquirente, è consigliabile comunque specificare nell’atto lo stato degli impianti.
Certificazione degli impianti e APE: quali sono le differenze?
Tra i documenti obbligatori da allegare all’atto di vendita, da non confondere con le certificazioni di conformità degli impianti, c’è invece l’APE, l’Attestato di Prestazione Energetica che riguarda la valutazione del consumo energetico dell’immobile. Se hai bisogno di ottenere questo documento, puoi rivolgerti a noi e richiederlo in modo semplice e sicuro sul nostro shop.