Condividere le bollette, la spesa, la macchina. Ma anche la lavatrice, i giochi dei bambini e l’orto. Questo è il principio alla base del cohousing. Molto più di un condominio, il modello abitativo del futuro che sta riscuotendo sempre più successo anche in Italia viene dalla Scandinavia degli anni ’70. Prevede degli insediamenti abitativi composti da alloggi privati e da spazi comuni destinati alla condivisione tra vicini di casa. Solitamente è abitato dalle 20 alle 40 famiglie ed è fondato sul concetto di sostenibilità ecologica, perché riduce gli sprechi e ottimizza le risorse, ma anche economica, perché abbatte le spese e facilita il riuso.
Il risparmio registrato sui conti medi di una famiglia è infatti di circa il 15%. La maggior parte dei cohousing in Italia nasce grazie all’investimento di un gruppo di persone su un immobile che sarà profondamente ristrutturato per adeguarsi alle esigenze individuali dei nuovi inquilini. Servono spazi ampi, a volte palazzi interi con grandi terreni circostanti dove organizzare le attività comuni. Per questo motivo spesso sono preferite proprietà in periferia, dove i prezzi del mercato immobiliare sono più contenuti, contribuendo così anche al recupero e alla valorizzazione degli spazi urbani dismessi.
Il cohousing rappresenta un’opportunità per mettere a frutto le più moderne tecniche di edilizia “verde”: pannelli solari, sistemi di recupero dell’acqua piovana, lampade a led, coibentazioni a sughero sono solo alcuni degli elementi che si possono trovare in un sistema di abitazione condivisa e che contribuiscono a loro volta ad abbassare le spese di gestione generali. Tra gli esempi più riusciti in Italia, il Cohousing Numero Zero a Torino, inaugurato nel 2013, ha recuperato un immobile abbandonato da molti anni nel quartiere multietnico di Porta Palazzo e oggi ospita 8 nuclei famigliari. Sorgerà invece nel 2016 il nuovo cohousing nei pressi dell’abbazia di Chiaravalle, poco fuori Milano, ricavato da una vecchia cascina del ‘600. Il progetto prevede 50 appartamenti in vendita da 2.900 a 3.000 euro al metro quadro.