A livello mondiale la richiesta di bioedilizia raddoppia ogni tre anni. A dirlo è Dodge Data & Analytics, una delle più importanti società americane di ricerca nel settore delle costruzioni. I professionisti intervistati sostengono che entro il 2018 sarà orientato verso la sostenibilità il 60% dei loro progetti, soprattutto nelle aree emergenti del pianeta. In particolare, il 46% delle future costruzioni attente all’ambiente sarà nel settore commerciale.
I vantaggi della bioedilizia sono numerosi: una casa realizzata con materiali ecologici non danneggia chi ci abita, abbassa i livelli di inquinamento esterni e comporta anche un notevole risparmio economico a fronte di un investimento iniziale leggermente superiore alla media. Per costruire una casa bio la spesa è infatti di circa il 10% in più, ma i costi di mantenimento in 20 anni sono inferiori dal 20 al 50%.
Nel caso di una ristrutturazione i margini sono ancora migliori: lavorando in bioedilizia la spesa iniziale è più bassa del 10% circa e in 20 anni si risparmia il 45% circa rispetto all’edilizia tradizionale. Percentuali interessanti se si calcola che in Italia ci sono circa 6 milioni di edifici da ristrutturare, oltre la metà degli immobili ha superato i quarant’anni di vita e un quarto di questi non è mai stato riqualificato.
Il materiale preferito per la realizzazione di edifici in bioedilizia è il legno, con il quale oggi, grazie alle nuove tecnologie, è possibile costruire anche edifici multipiano riducendo dell’80% il volume del materiale necessario tradizionalmente. I pannelli in X-Lam sono l’ultima frontiera dell’architettura ecologica. Sono strati di compensato sovrapposti, flessibili, ignifughi, antisismici, resistenti, isolanti e soprattutto leggeri, perfetti anche nel caso di ristrutturazioni quando è necessario aggiungere piani alla casa esistente per non gravare troppo con il peso sulle fondamenta. Il costo è variabile a seconda del tipo di materiale prescelto, è di circa 1.000 euro al metro quadro. Il risparmio è sui tempi medi di costruzione, che si riducono del 40%, e sui costi della manodopera. E poi, ci sono gli incentivi fiscali: per tutto il 2016 l’Ecobonus permette detrazioni al 65% in 10 anni sull’Irpef o sull’Ires per aumentare l’efficienza energetica degli edifici esistenti.