Scadono ufficialmente il 31 dicembre 2015 le detrazioni Irpef dal 50 al 65% per i Bonus Ristrutturazioni ed Energia, valide anche per l’installazione degli impianti fotovoltaici, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare restituibili in 10 anni. Dal 1° gennaio del prossimo anno gli sgravi dovrebbero tornare del 36% con una soglia di 48 mila euro.
Le regioni dove il fotovoltaico è più diffuso sono Lombardia, Emilia e Veneto, mentre agli ultimi posti sono Valle d’Aosta e Molise. Il 60% della installazioni sono di piccole e medie dimensioni, fino a 20kW, con una particolare diffusione di strutture domestiche tra 3 e 6kW. Ciò è dovuto anche alla notevole riduzione dei costi di installazione determinati dall’avanzamento tecnologico: rispetto a pochi anni fa la spesa si è ridotta fino al 75%.
Per soddisfare infatti il fabbisogno energetico di una famiglia di 4 persone pari a 3.200 kW/h è sufficiente una spesa 6-9.000 euro a seconda del sistema scelto, che occupa uno spazio di mediamente 15 metri quadri sul tetto. L’investimento viene ammortizzato in circa 6 anni di utilizzo, in relazione alla collocazione dell’edificio e della sua esposizione alla luce solare, al tipo di fotovoltaico installato e dai consumi.
Superata la spesa iniziale, il risparmio sul lungo periodo è evidente. I sistemi di fotovoltaico più diffusi sono due: la maggior parte di quelli in funzione al momento in Italia sono Grid Connected, ovvero permettono al proprietario di immettere nella rete elettrica nazionale l’energia prodotta in eccesso rispetto ai suoi fabbisogni. Allo stesso modo, il proprietario potrà prelevare l’energia necessaria quando questa non verrà sufficientemente prodotta dal suo impianto.
Il futuro della tecnologia fotovoltaica guarda agli impianti autonomi, ovvero che mettono da parte l’energia prodotta in eccesso per poi utilizzarla quando richiesto. Questo sistema però è ancora troppo costoso: la vita delle batterie infatti è di appena 3-5 anni contro i 20-25 anni dei pannelli. I nuovi sistemi di accumulo al litio sono più efficienti e longevi, ma comportano una spesa di circa 4.000 euro in più. Sugli impianti tradizionali invece la manutenzione è in genere minima: la verifica annuale non è obbligatoria, ma è consigliata perché può far aumentare del prestazioni del 3-5%. I pannelli più “datati” possono poi facilmente essere migliorati secondo gli standard attuali: una spesa di 2.000 euro circa può far aumentare il rendimento fino al 30%. Lo sviluppo del fotovoltaico e delle fonti di energia alternativa non è più un’opzione: l’Unione Europea ha imposto infatti a tutti gli Stati Membri, Italia compresa, di ridurre le emissioni nocive nell’aria del 40% e di aumentare l’efficienza energetica e le rinnovabili del 27%.