Ogni immobile ha un valore catastale che determina il calcolo delle imposte da versare, come le imposte di registro, di successione e donazione.
Se il valore catastale della casa cambia (per esempio dopo interventi importanti di ristrutturazione), il proprietario deve richiedere la variazione catastale per mantenere le informazioni aggiornate e non incorrere in sanzioni.
In questo articolo rispondiamo alle domande più frequenti su questa pratica, ovvero:
- Quando è obbligatorio richiedere la variazione catastale?
- Quando non è obbligatorio?
- Come si richiede?
- Entro quando?
- Quanto costa?
Quando è obbligatorio richiedere la variazione catastale?
È obbligatorio richiedere la variazione catastale:
- Per ottenere la conformità catastale, cioè la pratica (obbligatoria per vendere casa) che attesta che l’immobile è stato costruito o modificato nel rispetto delle norme.
- Se sono stati effettuati dei lavori di ristrutturazione in casa che hanno modificato la distribuzione o la grandezza degli spazi interni, per esempio creando nuove stanze o nuove superfici.
- Se è stata cambiata la destinazione d’uso dell’immobile, per esempio trasformando un appartamento in ufficio.
- Se sono stati effettuati dei lavori per dividere o unire delle unità immobiliari. È il caso tipico di una casa che viene divisa in due appartamenti separati o di due appartamenti che vengono uniti per creare una casa più grande.
- Se sono stati modificati i dati importanti, come le informazioni personali del proprietario, ad esempio a seguito di un cambio di cognome legale.
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Variazione catastale: quando non serve richiederla
Tra i casi esclusi troviamo:
- Costruzioni o strutture di dimensioni ridotte, nello specifico con una superficie coperta inferiore agli 8 metri quadrati. Possono rientrare in questo caso, per esempio, ripostigli o piccoli garage.
- Serre utilizzate per coltivare e proteggere le piante a terra.
- Vasche adibite all’acquacoltura o all’accumulo per irrigare i terreni.
- Strutture isolate senza copertura o strutture non stabili, come per esempio gazebi o pergole.
- Tettoie, aree per ospitare gli animali (porcili o pollai), concimaie, pozzi e simili, purché inferiori a 1,80m di altezza e al di sotto di 150 metri cubi.
- Fabbricati in corso di costruzione o definizione o che presentano un alto livello di degrado.
- Beni che costituiscono infrastrutture delle reti pubbliche di comunicazione, come per esempio torri di telecomunicazioni.
Come si richiede la variazione catastale?
In caso di modifiche minime la variazione catastale può essere richiesta dal proprietario dell’immobile in autonomia presso l’Ufficio del Catasto, in Comune o online con il servizio Contact Center.
Nel caso di interventi importanti, invece, è necessario coinvolgere un architetto, ingegnere o perito edile (o altri professionisti abilitati) che provvede a trasmettere gli atti tecnici di aggiornamento catastale attraverso procedure online, come indicato nel sito dell’Agenzia delle Entrate.
Entro quando va richiesta?
Le dichiarazioni devono essere presentate al Catasto entro trenta giorni dalla data di fine lavori, ovvero quando i fabbricati diventano abitabili o utilizzabili per l’uso a cui sono destinati. In caso di ritardi sono previste delle sanzioni secondo le normative vigenti; più è lungo il periodo di ritardo, più elevata sarà la cifra da pagare.
Quanto costa?
Il costo medio per una variazione catastale è di circa 50 euro.
Nel caso in cui per la richiesta si coinvolga un professionista, inoltre, tra le spese va considerato anche il suo compenso, che può variare in base alla figura e da zona a zona.
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