L’attenzione all’efficientamento energetico degli immobili cresce sempre di più. E questo non solo perché le normative europee indirizzano gli Stati membri verso costruzioni più virtuose: gli edifici green rappresentano un vero e proprio investimento a lungo termine, perché hanno tendenzialmente un valore più alto e subiscono meno le oscillazioni dei prezzi di mercato.
Il Cresme (Centro ricerche del mercato dell’edilizia) calcola che un investimento medio di 14.500 euro per ristrutturare casa ne faccia lievitare il valore di quattro volte tanto, per un guadagno di 65.750 euro. C’è poi da aggiungere che le abitazioni ristrutturate subiscono meno il pericolo di calo del prezzo dovuto alle oscillazioni del mercato.
Ecco perché si può tranquillamente affermare che l’efficienza energetica sarà uno dei principali driver del mercato immobiliare dei prossimi anni. E questo si vede anche dalla nascita di forme di immobili sempre più ecologiche che iniziano a spuntare nelle nostre città: è il caso della casa a consumo (quasi) zero.
Vediamo come l’efficienza energetica impatta sul mercato immobiliare e quali sono le caratteristiche degli edifici del futuro.
Efficienza energetica driver del mercato immobiliare
La normativa europea chiede che i nuovi edifici privati vengano costruiti secondo modalità a consumo energetico quasi zero entro i prossimi 2 anni. Secondo Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme «Oggi è molto difficile mettere sul mercato un edificio nuovo in classe energetica bassa. Qui la strada è stata già imboccata, mentre per gli immobili riqualificati le cose cambiano più lentamente. Siamo in una fase di transizione, ma i risultati sono già significativi».
Nel mercato immobiliare italiano ci sono 7,2 milioni di edifici, più del 60% del totale, sono stati costruiti prima del 1971 e 2,1 milioni sono considerati in uno stato di conservazione pessimo o mediocre, quindi da rimettere in regola con le nuove norme. Gli effetti della normativa europea saranno importanti anche sul piano delle ristrutturazioni.
Near Zero Energy Builindgs: l’impulso dell’Unione Europea
L’Unione Europea, con la direttiva 2010/31/UE sulle prestazioni energetiche degli edifici, si sta dimostrando sempre più attenta alla tutela ambientale e all’adozione di tecniche costruttive intelligenti, per favorire il risparmio energetico e il rispetto dell’ambiente. Entro il 2020 gli edifici pubblici dovranno essere costruiti secondo le caratteristiche di “consumo quasi zero” contenute nelle direttive europee, mentre è previsto l’adeguamento per le abitazioni private per l’anno successivo.
Si definiscono “nZEB” (Near Zero Energy Buildings) gli edifici a consumo di energia quasi zero, che riescono a equilibrare energia consumata e prodotta. Questi edifici, oltre a produrre energia devono mantenerla e per riuscirci sfruttano tecnologie isolanti di alto livello, in modo da ridurre la dispersione di calore e del fresco. Le fonti rinnovabili producono energia e i materiali isolanti permettono di ottimizzarne l’utilizzo, abbattendo gli sprechi e le emissioni nocive.
Edifici a energia quasi zero: qualche esempio
La casa energeticamente autosufficiente potrebbe sembrare un esempio futuristico, ma ci sono già diversi esempi esistenti: il campus della Bocconi di Milano che sarà terminato nel 2019 con sistemi di ventilazione e di illuminazione per sfruttare i raggi solari, pannelli fotovoltaici e sfruttamento dell’acqua piovana; il progetto BedZED a Londra completamente ecosostenibile; il progetto tedesco della Heliotrope, un edificio che ruota con il sole e che sfrutta pannelli solari; la casa passiva di Edmonton in Canada con fonti di energia alternativa.
Un altro caso, ancor più futuristico, è la ModulOne, una casa passiva realizzata in Ucraina con una stampante 3D. È l’abitazione che a oggi consente il maggior risparmio energetico ed è anche resistente, può reggere persino la forza di un uragano. Non ha fondamenta, quindi può essere posizionata ovunque.
Crocetta del Montello, un caso italiano di nZEB
Un piccolo paese in provincia di Treviso, Crocetta del Montello è il primo Comune del Veneto a ottenere la prenotazione dei fondi al GSE (il gestore dei servizi elettrici) per la trasformazione di una palestra in un edificio nZEB, con un contratto attuativo di prestazione energetica (EPC). Ogni pubblica amministrazione può accedere ai fondi del GSE, chiedendo direttamente i fondi o avvalendosi di una ESCo (Energy Service Company), in cui lavori, gestione degli interventi e pratiche sono affidati a un’azienda specializzata. È un piccolo esempio di come anche le amministrazioni pubbliche italiane si stiano progressivamente avvicinando agli edifici a consumo energetico quasi zero.