La crisi economica mondiale ha colpito duramente tutti i settori, ma ha aggredito in particolare il mercato immobiliare. Ora, dopo dieci anni dall’inizio di questa flessione, il mondo del mattone sembra aver trovato la strada della ripresa. I dati dello European Outlook 2018 di Scenari Immobiliari mostrano infatti come tutti i comparti dell’immobiliare siano in fase di miglioramento in ogni parte d’Europa, anche se per il Bel Paese la crescita sembra essere un po’ più debole.
Gli effetti della crisi
L’andamento dei prezzi degli ultimi anni riflette in modo preciso la flessione che ha riguardato tutti i comparti dell’economia europea. La Germania è stata l’unica a superare indenne questo periodo difficile, facendo registrare anzi una crescita dei valori di scambio di quasi il 30%. Gli altri membri dell’EU5, i cinque stati principali dell’Unione Europea, hanno invece mostrato un calo dei prezzi che va dal 4,7% della Francia al 35,6% della Spagna, passando per il 15,6% dell’Italia. Il Regno Unito si attesta su una contrazione del 14,9%, scontando in questi ultimi due anni anche l’effetto della Brexit. La scelta di uscire dall’EU pesa per la Gran Bretagna anche nelle previsioni di crescita per il 2018, per via della fuga di investitori sia privati che istituzionali. Di questo beneficiano altre piazze europee come Berlino e Monaco, ma anche Bruxelles e Milano.
Un’altra conseguenza della crisi è stata inoltre la limitata disponibilità sul mercato di immobili nuovi, la cui costruzione era decisamente calata. Questa mancanza è parte dei motivi che hanno poi causato in tutta Europa sia l’aumento dei canoni di affitto, ma anche la successiva ripresa dei prezzi di vendita.
La ripresa
Il 2017, nell’analisi di Scenari Immobiliari, si rivela essere il probabile inizio di un nuovo periodo d’oro per quanto riguarda il settore immobiliare in Europa. I motivi di questa ripresa risiedono soprattutto nell’attuale andamento positivo dell’economia, che mostra anche un accenno di inflazione. A questa spinta si unisce inoltre la crescita nella domanda e la poca disponibilità di nuovi immobili, che coinvolge soprattutto gli edifici di alta qualità.
Non sorprende scoprire come la crescita del fatturato globale per gli EU5 nel settore del mattone sia in media del 6% e, considerando tutti i 28 stati dell’Unione, del 12,9%. Se per il Regno Unito questo aumento si attesta solamente su un +2,9% (sempre a causa della Brexit), per gli altri stati le cose sono andate decisamente meglio. L’Italia ha visto crescere il suo fatturato globale del 4%, la Germania del 4,9%, la Francia dell’8,6% e la Spagna ha totalizzato un +11,6%.
- Parte di questa crescita nel fatturato europeo immobiliare è merito anche dell’aumento dei prezzi di vendita di cui si parlava prima. Questi ultimi durante il 2017 sono infatti saliti in tutta Europa, raggiungendo punte di più del 4% in Germania e quasi del 6% in Spagna. In controtendenza sono le città del Nord Europa, che hanno registrato aumenti dei prezzi molto più elevati e che sono continuati anche durante tutto il periodo della crisi. È importante notare in ogni caso come questa ripresa del settore immobiliare europeo sia in gran parte trainata dal comparto residenziale, mentre quello industriale si trova ancora in una fase di recupero più arretrata.
L’Italia e il futuro
I dati raccolti indicano che la ripresa iniziata in questo periodo si consoliderà nel corso dell’anno prossimo. Il 2018 vedrà il fatturato globale degli EU5 passare dal +6% di quest’anno a un +9%, con Spagna e Francia che cresceranno anche oltre il 10%.
E l’Italia come si comporta?
La ripresa del settore immobiliare in Italia sta avvenendo, sebbene in toni minori rispetto agli altri stati europei. Le previsioni per il 2018 confermano questo trend, indicando una crescita del +6% a fronte di una media del +9%. Anche i prezzi per il comparto residenziale, che segnano un aumento dello 0,3% alla fine di quest’anno, avranno una crescita superiore il prossimo anno, arrivando al +1,1%.
I dati rilevati e le previsioni devono comunque tenere conto del fatto che si tratta di una media tra i comportamenti di città, capoluoghi e regioni che si comportano in maniera molto diversa. Se ad esempio Milano e Roma hanno resistito bene alla crisi, mostrando anzi quotazioni di mercato in media leggermente più alte del 2007, lo stesso non si può dire per altre città. La crescita dei prezzi è infatti notevole aumentata? nel caso del capoluogo lombardo e laziale o di Venezia, ma in molti altri casi i prezzi sono ancora fermi o in leggero calo.
In generale comunque il mercato immobiliare italiano è cresciuto dal 2000 ad oggi del 50%, a fronte di una media europea del 30%. Al traino di questa ripresa sono il settore residenziale e quello alberghiero: quest’ultimo in particolare sta vivendo un periodo di pieno boom.
La crescita economica è ancora debole e la pressione fiscale elevata e per questo l’Italia stenta a raggiungere le altre nazioni europee. Nonostante ciò il 2018 dovrebbe portare anche per il nostro paese un consolidamento della ripresa in tutti gli ambiti, ma soprattutto in quello del mattone. Gli spazi per la crescita ci sono, in particolare nel settore residenziale, dei servizi e del terziario innovativo come il co-working.