Tutta la premessa sul contesto macroeconomico è doverosa per capire appieno tendenze e prospettive del mercato immobiliare italiano.
In Italia, il quadro non è roseo, nonostante le importanti misure di salvaguardia predisposte dal governo per fronteggiare la crisi: si prevede infatti una chiusura dell’anno con un Pil intorno al -9,9%, un vero tracollo. In tutto questo, le famiglie italiane si sentono ancora solo parzialmente esposte all’impoverimento generale: a indicarlo, l’indice di fiducia, le cui proiezioni sono forse troppo ottimistiche, come viene sottolineato durante la presentazione dell’Osservatorio.
La conseguenza diretta sul mercato immobiliare è un’elevatissima propensione all’acquisto da parte degli italiani, se rapportata alla situazione in cui ci troviamo. Per quanto riguarda la tipologia di domanda, prosegue la tendenza già delineata negli ultimi rapporti Nomisma: sostituzione e prima casa rappresentano le motivazioni più manifestate dagli italiani interessati all’acquisto, motivazioni che ci fanno capire che ci troviamo davanti a una domanda d’esigenza. La propensione all’acquisto c’è, ma le compravendite immobiliari effettive previste entro la chiusura del 2020, sulla base dei dati attuali, sono di molto inferiori rispetto allo scorso anno, quando le unità vendute sono state più di 600.000: per quest’anno, lo scenario più roseo parla di almeno 100.000 unità in meno (-17,1%).
E per tradurre le intenzioni d’acquisto in effettive compravendite immobiliari sappiamo bene quanto sia fondamentale il ruolo degli istituti di credito. Guardando ai numeri, ad oggi gli acquisti immobiliari sostenuti da mutui ipotecari sono ben il 57,1% del totale, rispetto al 53,7% del 2019.
Per tentare di delineare le prospettive del mercato, dobbiamo quindi tenere a mente un fattore: se fino a qualche settimana fa le banche hanno dimostrato di credere nelle possibilità degli italiani di restituire il credito, concesso anche con condizioni particolarmente favorevoli, ora stanno iniziando a mutare il loro orientamento, andando verso un approccio più selettivo dei mutuatari. Un ulteriore fattore di impoverimento, dunque, che si aggiunge al quadro già deteriorato determinato dalla pandemia.
Le previsioni sui volumi di vendita del mattone da qui ai prossimi tre anni non possono di conseguenza essere delle migliori: tra la chiusura forzata delle agenzie immobiliari nel lockdown e l’impoverimento generale, per il settore residenziale si prevede un calo del 20% circa rispetto al 2019.
Nel frattempo, scendono anche i prezzi degli immobili: un calo ridotto, ma significativo. I prezzi degli immobili sono vischiosi e solitamente necessitano di tempo prima di adattarsi al contesto economico: in questo caso una minima discesa è stata registrata già a partire dai due semestri scorsi, anticipando probabilmente le tendenze che caratterizzeranno il mercato dei prossimi anni.