Il 2017 sta finendo e i dati del mercato immobiliare nazionale migliorano. Milano in particolare, nell’ultimo periodo, vive un momento d’oro. Le ultime previsioni prospettano per Milano un numero di transazioni che, entro fine anno, si attesterà sulle 23.500. Se fosse raggiunta questa soglia, il capoluogo Lombardo raggiungerebbe il livello del 2006, anno particolarmente florido prima dell’imminente battuta d’arresto sopraggiunta a partire dal 2008.
Mercato immobiliare di Milano: una ripresa reale?
Sembrano finiti i tempi in cui la parola “ripresa” si poteva solo sussurrare. I dati raccolti dal 2014 ad oggi sul mercato immobiliare italiano tracciano un quadro di incremento lento, ma progressivo. E sono diverse le fonti autorevoli che confermano il dato. L’Osservatorio Nazionale Nomisma sul mercato immobiliare registrava già negli scorsi anni un trend di crescita che coinvolgeva tutto il territorio nazionale, e in particolare Milano. In questa città il 2015 infatti segnava un aumento di transazioni del 12% rispetto al 2014. L’anno scorso la crescita era stata ancora maggiore, arrivando ad un incremento del 22% sul 2015.
L’Osservatorio per il mercato immobiliare conferma questi dati: il 2017 già nel suo primo semestre cresceva rispetto al 2016 di circa l’8% in più, con le previsioni per fine anno proiettate verso una media del 13,5%.
I motivi della ripresa
Un dato svetta su tutti: solo nel centro di Milano, e in controtendenza anche rispetto al resto d’Italia, è il settore commerciale di uffici e negozi quello in maggiore crescita. Al di fuori di esso, sono le zone residenziali quelle a registrare il maggior numero di compravendite. Altra singolarità: il mercato residenziale milanese ha una domanda che non incontra un’offerta adeguata. É proprio la mancanza di offerta, e cioè di nuove costruzioni, a rallentare l’aumento ulteriore delle transazioni nel capoluogo.
C’è un altro fattore che rallenta il mercato ed è legato al mercato degli affitti. Molte abitazioni “usate” vengono utilizzate come fonte di reddito, invece di essere vendute. Si è creata quindi questa situazione di “attesa del nuovo” che ha portato con sé altre tre conseguenze nel mercato: la crescita dei prezzi e degli affitti, la diminuzione dello “sconto” che il venditore normalmente si trova a dover fare al compratore e la relativa velocità con cui si riesce a vendere. Si parla infatti di un’attesa per la vendita che ormai non supera i sei mesi per tutti i tipi di immobile.
La seconda vita immobiliare di Milano: non solo Expo
Dopo l’exploit di Expo 2015, la città sembra essere entrata in un nuovo periodo di prosperità immobiliare grazie soprattutto alla ripresa economica, che sta attirando indietro molti “ex-milanesi”. Questi ultimi, spostatisi su altri lidi per l’effetto della crisi, stanno ora rientrando in città e creano una “domanda di ritorno” che coinvolge soprattutto le zone di pregio e il centro.
A incentivare ancora di più questo “ritorno” ci sono i molti progetti di sviluppo e di riqualificazione che si stanno sviluppando in tutta la città. Questi coinvolgeranno un’area di circa sei milioni di metri quadri e non riguarderanno solo la vera e propria Milano, ma anche l’hinterland. La maggiore facilità di accesso al credito, i bassi tassi di interesse e le agevolazioni fiscali sono stati poi un’ulteriore spinta alla crescita del numero di compravendite.
Inoltre, quello che spesso si dimentica è che la città è non solo una delle più rinomate mete turistiche in tutta Europa (la quinta per numero di presenze), ma è anche sede di un polo universitario dei più importanti a livello internazionale. Sono 138.000 infatti gli studenti delle Università milanesi e di questi 12.300 sono stranieri.
Questi fattori, oltre alle tante opportunità di business, alla moda e al design per cui questa città è famosa nel mondo, hanno fatto tornare Milano un polo attrattivo di primaria importanza in Italia.
Milano non è sola: le altre città in fermento
La crescita del mercato immobiliare non riguarda solamente il capoluogo lombardo, ma è una tendenza positiva che si conferma anche nel resto della nazione. I livelli non sono quelli delle altre nazioni europee a causa di una crescita economica più modesta e dei problemi storici legati all’occupazione lavorativa e alla pressione fiscale. Nonostante questo l’Italia, soprattutto nelle zone urbane, registra un trend positivo che è più evidente nelle grandi città come Palermo, Napoli, Firenze, Genova, Roma e Torino. Le isole sono le uniche regioni in completa controtendenza, mostrando un calo delle compravendite che supera il 37%.
In generale, la crescita delle transazioni immobiliari mostra un forte segno positivo in tutte le macro-aree d’Italia, anche considerando solo le zone esterne ai capoluoghi. Questo trend di crescita lascia ben sperare per il futuro, lanciando segnali di un nuovo ciclo positivo per questo settore.