La fase negativa dell’attuale ciclo immobiliare si è esaurita ed è incominciato il recupero. Questa considerazione, che infonde fiducia negli operatori, si legge nel 1° Osservatorio immobiliare 2016 di Nomisma che conferma anche per i primi mesi dell’anno i segnali di ripresa emersi a fine 2015.
Aumentano gli scambi nel settore residenziale, ma migliorano anche altri fattori che contribuiscono alla stabilità: gli sconti praticati sui prezzi richiesti sono in diminuzione e i tempi di vendita diminuiscono. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate le compravendite di abitazioni hanno fatto registrare un +3,6% nel 2015 e +6,5 % nel 2016.
L’analisi di Nomisma ha monitorato il mercato immobiliare di 13 città cosiddette “intermedie”: Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona. In queste la tendenza mostra segnali più positivi rispetto alle grandi città, per la bassa qualità degli immobili presenti nelle metropoli che spinge gli acquirenti verso altri mercati. Non si deve dimenticare infatti che il 52,8% delle abitazioni italiane ha più di 40 anni, con inevitabili ripercussioni sui costi della manutenzione e l’efficienza energetica.
La novità è che finalmente non è solo più il settore residenziale a trainare la crescita. I negozi e i capannoni industriali, e in generale tutto il segmento degli immobili destinati alle attività economiche, all’incremento del 2014 hanno fatto seguito la stabilità del numero di contratti stipulati nell’anno successivo (44.319 compravendite). Soffre ancora il segmento degli uffici che paga la domanda molto selettiva interessata quasi esclusivamente ad alcuni mercati metropolitani: soprattutto Milano e Roma, ma anche Torino e Firenze.
La ripresa è sostenuta anche dal calo dei prezzi, inesorabile anche se in rallentamento. L’ultima variazione annuale dei prezzi (2016/2015) è risultata compresa tra il -3,5% dei capannoni e il -1,5% delle abitazioni nuove. Le abitazioni usate, gli uffici e i negozi hanno fatto registrare flessioni del 2%, 2,1% e 2,3%.
Quali sono i pericoli per la ripresa ai quali prestare attenzione? Secondo Nomisma non mancano fattori potenzialmente critici, nonostante la ripresa mostri evidenze di consolidamento. L’indebolimento del quadro macro-economico, l’ampliamento dell’offerta scaturito dalla cessione delle garanzie immobiliari alla base dei non performing loans e un’attenuazione dell’interesse degli investitori stranieri verso il mercato immobiliare italiano sono i fronti da cui potrebbe scaturire un rallentamento – anche significativo – del processo di graduale risalita.