È positivo il giudizio degli agenti immobiliari interpellati dalla Banca d’Italia nel Sondaggio Congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia. Prosegue la fiducia degli operatori del settore, le cui risposte al questionario trimestrale tracciano un panorama del mercato immobiliare italiano in progressiva ripresa.
Diminuisce la quota di operatori che segnala una tendenza al ribasso delle quotazioni immobiliari, e il dato è positivo. Significa che sempre più agenti immobiliari notano una diminuzione della tendenza al ribasso dei prezzi. Spicca anche un incremento della domanda da parte delle famiglie italiane, con un aumento degli acquirenti e una diminuzione dei margini di sconto applicati.
Vediamo assieme i dati più interessanti emersi dal Sondaggio.
Cala la tendenza al ribasso sui prezzi di vendita
Il saldo negativo tra la quota di operatori che segnala una crescita dei prezzi e quella che ne indica una diminuzione si riduce ulteriormente (-21,9%, da -28,0% della rilevazione di luglio). Questo dato è importante: significa che la tendenza al ribasso dei prezzi si sta arrestando e questi ultimi si stanno stabilizzando. Aumenta, infatti, la quota di operatori che giudicano stabili i prezzi (71,9% dal precedente 66,4%).
Molte agenzie hanno venduto almeno un immobile
Cala leggermente la quota di agenzie che dichiara di aver venduto almeno un immobile nel terzo trimestre (75,1% da 80,6%), ma la soglia si mantiene comunque elevata. Il confronto con il dato del 2016, che non risente di influenze dettate dalla stagionalità, segna invece un lieve aumento del dato. Sale anche la quota di agenti intervistati che riferiscono di attendersi un aumento dei potenziali acquirenti nel medio/breve termine.
Stabili le giacenze di incarichi a vendere
Rimane prevalente la quota di agenti immobiliari che segnala una stabilità delle giacenze d’incarichi a vendere (63,2% dal 65,4% di luglio), mentre si amplia leggermente la quota di agenzie che segnala un aumento della quota di giacenze (19,4% dal 17,4%).
Secondo gli agenti intervistati le principali cause di cessazione dell’incarico restano legate al divario tra prezzi offerti e richiesti. In questo senso, aumenta la ricorrenza di proposte di acquisto a prezzi ritenuti troppo bassi dai venditori (46,7%). Pur in leggero calo, resta sostanziosa la quota di chi segnala che i prezzi richiesti sono ritenuti troppo alti dai potenziali acquirenti (37,8%).
Si riduce il margine di sconto sui prezzi di vendita
Cala il margine medio di sconto applicato dai venditori sui prezzi (10,2% dal 12,5 di luglio). La riduzione degli sconti sui prezzi, pur interessando tutto il territorio nazionale, si è accentuata molto nella zona del Centro Italia. Diminuiscono, inoltre, lievemente i tempi di vendita che passano a 7,5 mesi dai 7,7 dei rilievi precedenti.
Gli agenti guardano con favore al mercato del prossimo futuro
Cosa si aspettano gli agenti immobiliari dal mercato nel medio breve termine? Migliorano le loro aspettative: il saldo tra la quota di giudizi di miglioramento e di peggioramento rispetto al trimestre in corso è aumentato sia rispetto al precedente rilievo (24,5% dal 7,7%) sia rispetto allo stesso periodo del 2016.
E migliorano anche le aspettative sugli incarichi a vendere, con un positivo 28,4%, superiore di quasi il 10% rispetto ai valori di un anno prima (era pari al 10,3% nella rilevazione di luglio). Cala anche la quota di agenti che si attende una flessione dei prezzi nel trimestre in corso (20,9% dal 23,8%), mentre resta invariata la quota dei giudizi di stabilità dei prezzi (72,7%).
Migliorano le attese sul mercato nazionale
Si rafforzano anche le attese degli agenti sul mercato nazionale, sia rispetto alle rilevazioni di luglio che rispetto all’anno precedente. Il saldo tra la quota di giudizi favorevoli e sfavorevoli relativo alle attese sull’evoluzione a breve termine del mercato immobiliare nazionale si è attestato sul 22,5%, dal 3,9% della rilevazione precedente e dall’8,1% di ottobre 2016. Ma sono le previsioni proiettate verso i prossimi due anni che sono ancor più ottimistiche: il saldo tra le attese di miglioramento e peggioramento del mercato nei prossimi due anni è salito al 48,9%, contro il 43,3% dello scorso luglio (e il 35,3% di ottobre 2016).