In uno scenario economico generalmente deteriorato, anche il settore immobiliare ne risente. La situazione è comunque in continua evoluzione: dal mercato giungono infatti segnali contrastanti e la trasformazione di alcuni fattori come l’emissione del credito da parte delle banche, la volatilità dei mercati e gli incentivi previsti dal Decreto Rilancio per le ristrutturazioni immobiliari potrebbero giocare un ruolo importante nella scrittura del futuro immobiliare. Ma andiamo con ordine.
Il congelamento delle attività delle agenzie immobiliari del lockdown – accanto a quello di numerosissime attività economiche del Paese – ha portato a un calo delle compravendite immobiliari del 15,5% (dato ufficiale OMI relativo al primo trimestre dell’anno), dato aggravato dalle prospettive tutt’altro che rosee che si desumono dai dati preliminari relativi al secondo trimestre, che fanno presagire un’ulteriore decelerazione dei rogiti, raggiungendo un – 40%.
Le stime però prevedono una ripresa nel corso dell’anno: secondo l’istituto bolognese, il 2020 potrebbe chiudersi con un numero totale di compravendite compreso tra le 471.000 e le 518.000 unità, con un calo complessivo, rispetto al 2019, del 18%.
Quali sono invece le motivazioni che spingono gli italiani a interessarsi all’acquisto di un immobile? Anche in questo secondo Osservatorio dell’anno, è la necessità di soddisfare bisogni primari relativi all’abitare a rappresentare la motivazione principale. Le ricerca di una prima casa o la sostituzione dell’attuale immobile di residenza rappresentano le motivazioni del 74,1% delle famiglie alla ricerca di un immobile. Si ridimensionano invece le ricerche a scopo investimento, in leggero calo rispetto al 2019: solo il 13,3% delle famiglie manifesta l’interesse ad acquistare per questo motivo. Vi è da precisare che l’investimento è certamente la motivazione più sensibile a un contesto di deflazione come quello attuale, per cui probabilmente gli interessati a un acquisto di questo tipo lo rimanderanno a un secondo momento, sperando di concludere un affare migliore.
Dai dati Nomisma emergono alcune evidenze sulle manifestazioni di interesse da parte degli italiani nei confronti dell’acquisto immobiliare, che da quest’anno l’istituto confronta con l’effettiva possibilità di concretizzazione, introducendo un sistema di ponderazione delle manifestazioni basata sulla disponibilità economica.
La sostenibilità di un acquisto immobiliare da parte delle famiglie italiane dipende spesso infatti dalla concessione di credito da parte delle banche: in un periodo come quello attuale, gli istituti saranno portati a essere più prudenti nell’erogazione dei mutui e questo di certo influirà sulle intenzioni d’acquisto. Non si prevede però un incremento dei tassi di interesse sui mutui, che in Italia presentano condizioni molto favorevoli e una certa stabilità da circa 10 anni.