I prezzi delle case in Italia saliranno dell’1,5% nel 2016. Lo dice Standard & Poor’s nel suo report sull’housing market europeo. L’agenzia di rating americana ha individuato una frenata nel deterioramento del mercato immobiliare nostrano a partire dal terzo trimestre dell’anno passato, per arrivare a fine 2015 con un aumento delle compravendite del 3% e con i prezzi saliti da -4% a -2,3% rispetto al 2014. Gli scambi restano dimezzati se paragonati al picco del mercato raggiunto nel 2006, ma in questo caso il rafforzamento del comparto significa anche una maggiore fiducia per il settore delle costruzioni che a settembre 2015 ha registrato il suo apice da luglio 2008.
Il graduale sviluppo dell’economia italiana, che potrebbe dare sostegno alla ripresa dell’immobiliare, è ancora instabile. Dopo 3 anni e mezzo di recessione ci sono stati segnali di ripresa, ma alla fine del 2015 i numeri sono stati più deboli del previsto. Più forte invece è la fiducia dei consumatori che a gennaio ha raggiunto il suo massimo storico, sostenuta anche dall’andamento positivo del mercato del lavoro e dal prezzo favorevole del petrolio. Tutti elementi che sostengono la spesa nel settore immobiliare.
Standard & Poor’s ritiene che, alla luce di queste considerazioni, il comparto residenziale proseguirà sulla strada della guarigione anche se a velocità ridotta, compatibilmente con la prudenza che deriva dalla recessione degli ultimi anni. La crescita economica italiana prevista dall’agenzia di rating sarà dell’1,3% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017. Il taglio delle tasse e le misure applicate dal Governo per sostenere il mercato immobiliare serviranno a proteggere la ripresa mentre l’economia globale è ancora incerta. I proprietari devono avere fiducia: i continui miglioramenti dell’occupazione e il controllo sull’inflazione sosterranno i consumi. Anche l’Istat ha registrato un calo del tasso di disoccupazione di un 1 punto percentuale a dicembre, per arrivare all’11,4%, la cifra più bassa degli ultimi 3 anni.
Discorso a parte per il settore terziario e commerciale. Per il mercato italiano degli uffici ci si aspettano risultati contrastanti, poiché i quartieri degli affari centrali crescono più rapidamente rispetto alla periferia. La domanda aziendale di nuovi spazi rispecchia l’andamento economico positivo, in particolare a Milano e in misura minore a Roma. Il miglioramento dei consumi e dei redditi disponibili dovrebbero inoltre avvantaggiare l’apertura di negozi e shopping center.