Periferia sud-ovest di Milano, il Giambellino è famoso grazie a una canzone di Giorgio Gaber, La ballata del Cerutti. Si trova a un passo dai Navigli e da via Tortona, gioielli della Milano post-Expo, appena riqualificati con un investimento di 20 milioni di euro. Ed è proprio sul Giambellino che l’archistar genovese Renzo Piano ha deciso di puntare il suo mirino, consegnando alla cittadinanza un progetto ad hoc di riqualificazione della periferia che potrebbe, nel tempo, portare anche a benefici sul valore economico dell’area.
Ad occuparsi del disegno in realtà sono stati i 4 giovani architetti della squadra G124, dal nome della stanza di Renzo Piano a Palazzo Giustiniani. Ed è con il suo stipendio da senatore a vita, circa 13.000 euro al mese, che l’archistar paga lo stipendio a promettenti professionisti, diversi ogni anno, impegnandoli sulla progettazione di una periferia urbana. Nel 2015 hanno lavorato fianco a fianco la squadra di Piano e le associazioni di quartiere. Per un anno hanno pensato a come riqualificare il quadrilatero delle case popolari Aler vicino al mercato di Lorenteggio, all’altezza del numero 4 di via Segnesi.
Le idee messe in campo non hanno voluto stravolgere il volto del quartiere, ma migliorare la percezione che ne hanno i suoi residenti. I capisaldi del progetto vidimato da Renzo Piano sono quattro: ricucire i percorsi pedonali connettendoli alle due nuove stazioni della metro; riaprire i cortili condominiali per favorire le relazioni al riparo da episodi di criminalità; rilanciare il mercato per sostenere il consolidamento del tessuto sociale; creare una piazza aprendo il parco di via Odazio antistante il mercato valorizzando il verde esistente. L’interesse di Piano per le periferie non è casuale, si calcola che in Italia circa il 90% degli abitanti delle città viva lontano dal centro.
Come dice lui stesso: “Le periferie sono la città che sarà, la parte più popolata, ma anche più fragile del tessuto urbano. Quella che lasceremo ai nostri figli”. Il progetto di G124 sul Giambellino è stato consegnato al quartiere, spetterà ai suoi abitanti trovare il modo per concretizzarlo. Questo approccio non ha bisogno di grandi finanziamenti e di pianificazioni, nasce nel quartiere e opera per mezzo di micro-cantieri partecipati. Ecco perché il G124 ha prodotto anche un manuale dal titolo “Piccoli consigli per il rammendo: riparare, mantenere e abitare in periferia” che è stato poi distribuito in tutta la zona. Qualche cambiamento infatti è già stato fatto: l’abbattimento del muro che separava il mercato dal parco e quello che divideva i cortili dei vari caseggiati. «Abbiamo cominciato creando così spazi condivisi dove incontrarsi e conoscersi – ha spiegato Renzo Piano – perché le barriere fisiche sono anche mentali».