Nel comune di Venezia abitano circa 270.000 persone. Di queste, solo 60.000 vivono in laguna. Tutti gli altri sono a Mestre e zone limitrofe. Nel 1950 i residenti del centro erano 180.000, ma nel tempo hanno preferito spostarsi sulla terraferma per lasciare spazio alla graduale invasione di turisti che oggi arrivano a ondate di 14 milioni l’anno. La differenza tra le due anime della città, quella sotto le luci della ribalta e quella più riservata, è chiara dai valori medi al metro quadro: secondo l’Agenzia delle Entrate, un immobile in una zona periferica costa 1.800 euro circa, sulle isole minori 2.700, al Lido 3.500, fino ad arrivare al centro storico, dove la richiesta media è di 4.700 euro. Il “sestier” veneziano più caro è Dorsoduro Est, con quotazioni da 5.900 euro, San Marco costa 5.600, San Paolo 5.000. I quartieri più abbordabili invece sono Santa Croce e Cannaregio Nord, dove in media un metro quadro è venduto a 4.150 euro.
Il fascino decadente della città ha però un risvolto della medaglia che interessa particolarmente i proprietari degli immobili: secondo una ricerca dell’Università Ca’ Foscari, una casa su 4 ha oltre 40 anni di vita e avrebbe bisogno di una decisa ristrutturazione, soprattutto sugli impianti, sul riscaldamento e sull’isolamento termico. Come è facile immaginare, a Venezia gli interventi edilizi sono piuttosto complessi da realizzare, considerate le caratteristiche uniche della laguna. Per questo motivo i lavori sono particolarmente onerosi e ci sono in città circa 15.000 alloggi vuoti.
Chi non ha paura di comprare e di ristrutturare sono i grandi gruppi internazionali dell’accoglienza turistica, oppure chi acquista un immobile per vacanze da mettere a reddito, tenendo conto che ormai a Venezia il 70 per cento dell’ospitalità extralberghiera è in appartamenti privati. Per esempio, è in corso la progettazione della valorizzazione residenziale, commerciale e al dettaglio del Palazzo Morosini Gatterburg in campo Santo Stefano a San Marco, 11 mila metri quadri di prestigio che nel 1600 furono la dimora del doge Francesco Morosini. Sempre a San Marco, sono in corso lo studio per lo sfruttamento a uso residenziale di Palazzo San Moisè e la realizzazione di 17 appartamenti turistici nei circa 3 mila metri quadrati di Palazzo da Ponte.
Il Comune ha in programma un’importante iniziativa di dismissione di beni pubblici da 32 milioni complessivi che fa gola a molti privati. Saranno messi in vendita ad esempio i terreni del Quadrante di Tessera vicino all’aeroporto, oppure l’ex scuola media Manuzio a Mestre. Diventerà un centro commerciale nel centro di Cannaregio Palazzo Diedo, l’ex sede della Procura della Pretura di Venezia.
Molta attenzione infine c’è in città per il rilancio mercato immobiliare e turistico del Lido, dell’Excelsior e del Des Baines all’Ospedale al Mare. La volontà sarebbe quella di attirare capitali stranieri sul modello di Porta Nuova a Milano, un quartiere simbolo che ancora oggi continua a generare sviluppo economico. Tra i fondi internazionali interessati a realizzare la nuova identità del Lido, anche quello del Qatar, il celebre protagonista dello sviluppo urbanistico milanese che a Venezia può già contare su proprietà per oltre 100 milioni di euro.